Il momento secondo Pazy

Tema del mese: AMORE

L’amore che tutti dovrebbero provare! Un amore vero secondo me, il più puro e sincero

Pazy

L’EDITORIALE – Ogni mese il caporedattore ci propone un tema…tema di marzo: AMORE

Dante Alighieri disse che era quello che “move il sole e l’altre stelle”, poeti e scrittori l’hanno desiderato una vita intera, per me è stato molte cose, per altri si dice non esista, io, mi sono fermato alle parole che non ho mai detto e che nel tempo ho scritto su carta o ho messo in rima nelle canzoni mai ascoltate e che solo io so: l’AMORE

Questo che segue potrà sembrare uno sciocco pensiero ma non vuol essere ragionevole e ordinato, esso si percepisce vivendolo … e si vive in tanti modi.
Che sia verso un’altra persona, per se stessi o per la vita è la forza che muove il mondo, il nostro mondo.


Cominciò con J , avevo dieci anni eravamo al campo estivo per bambini.
Correvamo, coloravamo e cantavamo. Mi era sempre accanto, aveva gli occhi piccoli e una tenerissima coda all’insù, i capelli color sole e sorrideva sempre. Non so come ma ebbi il suo numero di casa, non c’erano i cellulari, e la chiamavo sempre le sere d’inverno:
– “Ciao J sono P come stai ? ” – .
Poi col tempo crebbi e la persi perché si traferì.
Presi lezioni di musica e questa fu una lieta compagna delle mie giornate, così, fra scuola e note da pizzicare alla corda giusta notai T … ero alle elementari.
Fu per la sua intelligenza e la calma con cui parlava, ancora oggi siamo amici e la ricordo con affetto.
Se ci vediamo per strada ammicchiamo a un sorriso.
Poi vennero le medie, furono meravigliose, ero circondato dall’ AMORE.
Le note suonate sullo strumento potevo trasformarle in punti sul pentagramma e le ragazze crescevano … si in quel senso.
Gli amici erano fantastici, tanti, diversi e la mia spensieratezza era al massimo.
Ho ancora oggi un buon rapporto con alcuni di loro e di note o lettere musicate ne ho scritte .
Arrivai al liceo e mentre i suoni divennero più rock, il cinema animò i miei momenti.
All’indirizzo artistico fui stimolato da più ambienti, e con lo spirito amplificato, la mia mente si tormentò per H.
Si mostrava superba e un po’ presuntuosetta, com’ero io, ma era meglio di quel che sembrava.
Fu dolce in quella austera primavera … così ubriacandomi della sua voce, dei capelli biondo cenere e del piccolo chiaro collo ebbi una storia breve e intensa che temprò me alle successive passioni … fu un dolore.

Tutte amate in maniera diversa, e cominciai a capire che forse questa malattia umana chiamata AMORE non avesse a che fare col razionale, era ancestrale desiderio, ma veniva confuso dalle persone con un senso di incompletezza personale, era una ricerca, solo che i problemi venivano fuori quando non avevo soluzioni.
Poi successe ancora.
Amai loro, e mi accorsi di amare male, in effetti le amai come le altre in maniera infantile … ma ero troppo grande per continuare a esserlo.
Si chiamava A era la vigilia di Natale, ricordo il momento in cui ci guardammo … ci guardammo bene.
Ci siamo guardati per anni, nei viaggi in treno, davanti ai locali, sui prati arancioni d’autunno, ho impresso il suo viso e le rosse labbra.
Poi irruppe S ma fu di un’ impatto troppo emotivo per me. Mi imposi maturità .
Lei era in armonia con la sua persona, io no … eravamo diversi.

Capii qualcosa:
in quel tempo dovetti finire un percorso, lavorai con passione e compresi che l’AMORE da onorare fu più che altro quello per una prospettiva mia con gli affetti più cari, cominciai a pensare che non vi fosse sacrificio più bello fatto per chi amavo, e per le passioni che avevo, capii che l’unica energia che potessi avere, era del mio corpo, nella mia testa, fra i miei pensieri e nelle mie idee … io P , trovai l’AMORE dentro e non fuori di me .

Mi consola sapere che la parola AMORE significhi nel Simposio di Platone A-MorS (Assenza di Morte) .
L’assenza di morte è la Vita, e se non è del presente vive nel ricordo.


Scrivendo di voi nel ricordo , dissi a te A :

Sento in me ora
che è li per te e mi fora,
e sempre esplode dentro
e ancor di te rammento



Per S invece, la mia S :

Altre mi attraevano a loro
ma come potevo lasciarti,
lasciare loro

seri e vividi,
veri e timidi,
nel tempo che fu
come il mare blu
.
Mai li ho dimenticati,
e con i miei,
occhi nocciola e ambrati d’estate,
io ti proteggevo
” .

Ripensando a tutto quello a cui ho tenuto e a chi ho voluto bene, la mia famiglia, i miei amici, i miei gatti, il mare, la musica, il cinema, la boxe, io P, all’alba dei trenta guardandomi dentro, credo d’aver vissuto con e per amore … avanti mi prospetto e capisco che tutto ciò che ho cercato fuori lo avevo dentro, forse volevo amplificarlo o viverlo al di fuori di me.

Credo che l’amarsi vengo di pari passo con l’amare gli altri.

Paolo Cavaleri

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